Carenza di Vit D e l’aggravamento dei pazienti con Covid-19
pubblicato il 30/03/2020
È di oggi 30 marzo 2020 uno un articolo apparso su repubblica che parla di uno studio che mette in evidenza una pericolosa relazione tra la carenza di Vit D e l’aggravamento dei pazienti con covid 19.
Alcuni scienziati dell’università di Torino hanno verificato come i pazienti con gravi complicazioni della polmonite da coronavirus hanno bassi livelli di Vit. D.
Presso lo studio “Chinesis” è già da diverso tempo che verifichiamo come moltissimi pazienti con vitamina D scarsa soffrono di astenia e dolorabilità articolare diffusa.
Ed è diverso tempo che raccomandiamo di avere un valore livello ematico compreso tra 50 e 80 (non è sufficiente il range tra 30 a 50 o addirittura da 20-50, come riportato dai laboratori di analisi).
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Nella nostra casistica anche la difficoltà a far risalire il valore della vitamina D e in base alle nostre osservazioni suggeriamo l’assunzione quotidiana (secondo il calcolo 50 meno il valore nel sangue per 100 = dose giornaliera) rispetto alla mono somministrazione mensile.
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Aggiungiamo inoltre a sostegno del dibattito due elementi fondamentali che riguardano il sole e l’intestino, quest’ultimo se è affetto da Disbiosi potrebbe avere delle difficoltà ad innalzare i valori ematici secondo il principio, non astruso, che ciò che ingurgitiamo non è detto che poi sia assimilato.
Per quanto riguarda il sole uno studio americano dice che l’inquinamento atmosferico delle grandi città impedisce ai raggi ultravioletti di attivare la Vit. D stessa.
Di seguito l’articolo apparso su Repubblica:
Coronavirus, studio dell'Università di Torino: assumere più vitamina D per ridurre il rischio di contagio
I primi dati raccolti in questi giorni indicano che i pazienti ricoverati presentano una elevatissima prevalenza di ipovitaminosi D.
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